Perché dentro le mura

Il percorso di esplorazione della nostra Mappa di Comunità prende avvio dal nucleo più antico della nostra città: il borgo fortificato dentro le mura.


Qui è nata la nostra Comunità e nel tempo ha formato il proprio genius loci, cioè il carattere peculiare di questo “luogo”.

Attraverso la scoperta di questo carattere speciale, del suo valore, della storia che giorno dopo giorno si è qui avvicendata, auspichiamo di incoraggiare i Solieresi tutti, vecchi e nuovi, a prendersi cura di questo luogo al quale appartengono, mantenendo viva l’identità della nostra Comunità e dando continuità alla sua storia.

Fino alla seconda guerra mondiale la cinta muraria ha racchiuso il borgo più antico, posto su un rilevato (dosso) sul quale splendeva sempre il sole (da qui il nome del borgo), e lo rendeva sicuro da alluvioni, elevato che ad oggi risulta mediamente di circa 2 metri più alto rispetto al piano campagna circostante.

Non sappiamo quando si stabilì qui il primo insediamento dell’uomo, ma nei documenti troviamo traccia della sua esistenza intorno all’anno 1100. “Castrum Solerie” nasce come borgo fortificato, racchiuso da un recinto -dapprima forse in legno, poi, dagli ultimi decenni del secolo XIV, in mattoni-, circondato da un fossato colmo d’acqua per rendere difficile l’avvicinamento.

Al borgo si accedeva da un solo varco di ingresso posto a mezzogiorno, dotato di un ponte levatoio e due portoni a chiudere le due estremità del voltone.

Qui risiedevano i contadini che lavoravano le terre fuori dalle mura e qui portavano i loro raccolti per tenerli al sicuro da ladri e alluvioni; qui era presente un presidio militare, alloggiato nel castello, che controllava il territorio dalle mura e dalle torri; e qui vi era già una piccola chiesa, da sempre dedicata a San Giovanni, anche se il parroco risiedeva a San Michele, la chiesa più importante del nostro territorio.

In questi mille anni e più il borgo è sempre stato “vivo”, anche se nel tempo è mutato per far fronte alle diverse esigenze nel tempo della comunità.

Dal confronto delle mappe storiche, si vede che, fatta eccezione per il castello, a ridosso interno delle mura un tempo era presente un camminamento.

Questi percorsi, così come altri vicoli interni al borgo, sono stati “saturati”, allargando e allungando gli edifici. Anche i portici, caratteristici percorsi protetti dei centri emiliani in particolare, sono stati in parte trasformati e chiusi.

Molti degli edifici di oggi, anche se occupano le stesse posizioni di un tempo, hanno subito via via modifiche di ammodernamento. Altri sono nuovi. E sono stati abbattuti alcuni tratti di mura, in particolare quelli ove il dislivello con lo spazio circostante era meno marcato.

Alcune di queste trasformazioni sono più antiche, e ne troviamo traccia nei libri che sono stati realizzati da vari studiosi indagando i documenti; altre, più recenti, sono tramandate anche a voce, da chi le ricorda perché le ha vissute. Quelle di oggi sono sotto gli occhi di noi tutti, per accogliere Il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno, mantenendo ancora viva Soliera dentro e fuori le mura.

Sotto sono riportati due estratti di mappe pressoché coeve. In entrambe è evidente che solo il castello (rocca in una e chateau nell’altra) è posto sulle mura, mentre tutti gli altri edifici, inclusa la chiesa, sono distanti e consentivano il passaggio a ridosso delle mura.

FONTE: Don Natale Marri – mappa del territorio solierese del XVIII secolo
A fianco un estratto della mappa, datata 1747, che riporta l’assetto dell’edificato del borgo dentro le mura; i numeri identificano i singoli edifici e proprietari.
Si distinguono la rocca e il blocco con la chiesa a est; verso ovest vi sono gli edifici ad uso privato, con botteghe e residenze. Il quadrato in basso a sinistra corrisponde al “Casino Marverti”, esistente già dal secolo XVII e residenza di una delle più antiche famiglie di Soliera, oggi sede del Municipio.

FONTE: Gallica, Bibliothèque nationale de France – 1735
A fianco un estratto della mappa, colorata ad acquerello, che riporta l’assetto dell’edificato del borgo dentro le mura, i puntini identificano la presenza di portici.

Da ultimo è riportata una foto realizzata con il drone che riprende il centro storico di Soliera.
AUTORE TerraProject (2018).

L’immagine è stata scattata nel corso della esperienza di Residenza di Fotografia “Raccontare luoghi, raccontare storie. Soliera e il suo territorio” tenuta nel settembre 2018.

L’iniziativa, organizzata dal Centro Studi Storici Solieresi, in collaborazione con la Fondazione Campori, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, a cui hanno partecipato 10 giovani fotografi aveva come obiettivo quello di fornire ai partecipanti, guidati dal team di fotografi TerraProject, un’esperienza di esplorazione e narrazione collettiva del tessuto sociale, culturale e produttivo del comune di Soliera e dei comuni limitrofi dell’Unione delle Terre d’Argine, allo scopo di favorire la conoscenza del territorio e al tempo stesso creare un archivio di immagini.