La Caritas di Soliera
Manuela Masina

Sono nata e cresciuta a Carpi, ma sono sempre stata molto legata al centro di Soliera.
Il primo ricordo che ho del Castello Campori risale alla mia prima infanzia: avevo cinque anni e venivo con mia nonna paterna a trovare sua sorella, che allora risiedeva dentro il Castello; mi ritornano alla mente i pomeriggi spensierati, trascorsi a giocare con le mie cugine nel parco. Erano giorni molto felici.
Negli anni 90 mi trasferii definitivamente a Soliera. Da allora il centro cittadino ha assunto per me un’importanza sempre più grande. I miei figli fin da piccoli hanno partecipato alle attività della Parrocchia e del Gruppo Scout, per cui le piazze, le mura e il campetto della chiesa sono divenute un punto di incontro per loro e così pure per noi genitori. Luoghi familiari in cui ritrovarsi e conoscere nuove persone.
In questi ultimi anni, tramite una mia amica, sono entrata come volontaria nel gruppo Caritas di Soliera. E’ una realtà che mi ha aiutato a comprendere meglio il senso del servizio e della condivisione, sia nei confronti dei nostri compaesani in difficoltà che degli altri volontari che si rimboccano le maniche e cercano di fare del loro meglio.
Questa esperienza mi ha dato un grande ritorno in termini di crescita personale, permettendomi di scoprire la bellezza e la soddisfazione nel dare e nello spendersi gratuitamente per gli altri, abbandonando le logiche del tornaconto personale a cui purtroppo siamo così abituati al mondo d’oggi.

Durante questo terribile periodo, pieno di ansia e paura, con la necessità di mantenere una distanza con il nostro prossimo, purtroppo si è indebolito anche il contatto umano con le persone. Specie con quelle più in difficoltà, molte delle quali hanno visto aggravarsi ulteriormente la loro condizione.
La sede della Caritas di Soliera è per questo, oggi forse più di ieri, un punto di incontro ancor più importante per quelle persone che chiedono aiuto e per quelle che cercano, per quanto gli è possibile, di fornire il loro personale contributo.
Spesso, anche soltanto il semplice ascolto, la comprensione e l’empatia nei confronti del nostro prossimo, può essere di per sé un grande conforto e un aiuto ad andare avanti su una strada un po’ meno ardua.
La sensibilità e l’ascolto degli altri è un aspetto che non dovrebbe mai venire a meno nella vita di ognuno di noi, a prescindere dal Covid o dalle diversità di sorta. Dovrebbe sempre permeare la nostra intera comunità cittadina.
Credo che nella nostra città di Soliera esista ancora questo spirito di condivisione e di solidarietà, forse perché in fondo siamo ancora una piccola e confortevole realtà di paese, che resiste alla freddezza e all’indifferenza delle grandi metropoli.
Anche se oggi, di fronte a questa pandemia, la gente si guarda con un po’ di sospetto, ci sono fortunatamente tanti gruppi di volontari che non si sono persi d’animo e hanno reagito, anche a fronte dello sforzo e dei sacrifici che hanno dovuto affrontare medici, infermieri e di tutti gli operatori della sanità.

Nel nostro Comune di Soliera ci sono stati (e ci sono ancora) tanti gesti di solidarietà. Noi, come gruppo Caritas, lo abbiamo toccato con mano: sono arrivati tantissimi aiuti per i più bisognosi, sia da parte della Diocesi, che dalle Istituzioni, dai cittadini, dal Banco Alimentare e dai grandi supermercati.
Alla nostra comunità mancherebbe solo un piccolo centro di prima accoglienza: per donne maltrattate e in difficoltà o per quei ragazzi che, a volte, si sono visti dormire all’aperto; sarebbe poi molto utile anche un punto di raccolta per oggetti donati dai comuni cittadini, e di successiva vendita: il ricavato potrebbe contribuire al finanziamento del centro o per acquisti solidali. In altre realtà questo è già stato realizzato con grande successo.

In definitiva, Soliera rappresenta una dimensione cittadina, umana e tranquilla, dove le relazioni con gli altri sono ancora importanti. Finché continuerà ad essere così, sarò grata di viverci.

25 gennaio 2021