Quella volta che …
Angela Ascari

… sono salita sul palco del nuovo cinema Italia, luogo di cultura e di grandi emozioni
Avevo iniziato da pochi mesi a frequentare il gruppo di scrittura di cui faccio tuttora parte, e le mie compagne, già veterane di questa disciplina, accettarono la richiesta, arrivata dalla Fondazione, di organizzare un momento di condivisione con la cittadinanza per far conoscere il lavoro che veniva fatto nei nostri corsi. Accettai anche io senza pensarci troppo, mi sembrò subito bello. Una delle nostre amiche si sarebbe occupata della regia dello spettacolo insieme alla docente che avrebbe scelto i testi più adatti da leggere per l’occasione. Cominciarono le prove, e fin lì tutto bene, anzi tutto molto divertente. Si scherzava e si rideva in un clima cameratesco che mi fece ricordare i tempi della scuola e del lavoro. Ci vennero affidati i brani da leggere, e io dovetti fare i conti con la mia inesperienza in materia. Non mi scoraggiai, perché le mie amiche furono molto generose nel rassicurarmi, insegnandomi i trucchi della lettura, le pause, lo sguardo rivolto al pubblico, l’empatia, ma … quando arrivò il giorno dell’esibizione, tutto prese altri contorni che non avevo messo in conto. La tensione e l’inquietudine si fecero avanti con forza. La bambina timida e impacciata aveva preso di nuovo il posto della donna energica e coraggiosa che era diventata. Quando salimmo sul palco mi tremavano le gambe, avevo il viso in fiamme e il corpo rigido e freddo. Le scarpe con i tacchi, indossate per l’occasione speciale, mi imprigionavano i piedi come una morsa, la bocca era impastata, il cuore batteva forte e non mi ricordavo più niente … un cumulo di emozioni che da tempo non provavo, cosi … tutte insieme! Non era brutto ma era insolito. Prendemmo posto sui divanetti che creavano la scenografia sul palco, i musicisti intonarono le prime note che avrebbero accompagnato le letture e il sipario si aprì … era fatta.
Il caloroso applauso, con cui ci accolse il pubblico che riempiva il teatro, stemperò un poco le ansie, che si sciolsero definitivamente, quando individuai nelle prime file la mia famiglia, mia madre, mio marito, mia sorella e i miei ragazzi. Il rossore del viso si affievolì, il corpo riprese calore, il battito del cuore tornò regolare … rimase solo un gran male ai piedi che cercai di contrastare con la concentrazione sulle letture.


Fu un grande successo. Applausi e lusinghieri elogi, ci ricompensarono degli sforzi che il lavoro ci aveva richiesto e ci incoraggiarono a ripetere l’esperienza in altre numerose circostanze, su altri palcoscenici, con altre performance.
Ogni volta l’emozione si è ripresentata con la stessa intensità e questo è sempre bellissimo. Ho imparato ad usare scarpe comode per liberarmi del male ai piedi, forse sono un poco migliorata nella lettura, ma le cose che più di tutte mi rassicurano e mi rendono felice, sono la condivisione con le compagne di corso, il pubblico al quale regalare emozioni attraverso i nostri racconti e la presenza della mia Famiglia che sempre mi supporta e mi incoraggia … a prescindere

 

>>“Gemma e il suo viaggio”<< Le ragazze del semicerchio – 17 marzo 2013.

>>“Tutti gli uomini di Gemma”<< Le ragazze del semicerchio – 16 marzo 2014.

 

15 gennaio 2021